Se vi è capitato di assistere a una delle mie interviste con Sara Simoni, mi avrete già sentito parlare di sistemi di magia hard e sistemi di magia soft.
È una terminologia che fino a pochi anni fa non esisteva. Brandon Sanderson, il più illustre autore di bestseller fantasy di quest’epoca, ha coniato queste definizioni per spiegare come la magia viene applicata in un romanzo fantasy, e come ne influenza la struttura.
Definizioni
🪄 Soft magic: un sistema magico le cui regole e limiti (se esistenti) non sono comprensibili dal lettore.
🧲 Hard magic: un sistema magico regolato da una struttura ben precisa che implica severe limitazioni per il fruitore, e che il lettore è in grado di capire in quasi tutta la sua completezza.
Differenze tra hard e soft magic
La differenza tra i due sistemi non è quindi il tipo di magia, ma il livello di comprensione del lettore di tutto il sistema magico.
Per determinare la tipologia del nostro sistema, dobbiamo decidere come e quanto lo intediamo spiegare al lettore. Non importa quante regole e limitazioni stabiliamo nel nostro file di worldbuilding: se il lettore non le conosce, il nostro sistema non potrà essere definito hard.
Riuscite a vedere la difficoltà in questo?
- Se il protagonista punto di vista non conosce il sistema, dovremo poco a poco introdurlo attraverso la figura di un mentore (o con altri escamotage) in modo da farlo conoscere anche al lettore.
- Se il protagonista è un esperto utilizzatore della magia, sarà ancora più difficile spiegarla al lettore. Perché? Lo sai già. Perché la parola SPIEGARE è bandita in narratologia moderna! Lo dovremo quindi mostrare attraverso scene che s’incastrano sia con la trama che con l’arco di trasformazione del personaggio.
Uno spettro, non mutuamente esclusivi
Da quanto detto sopra, si può intuire che il sistema magico hard o soft non si può decidere arbitrariamente, come se fosse un interruttore. È invece uno spettro che va dal soft all’hard (sì, lo so, abbiate pazienza!)
Brandon Sanderson definisce i suoi sistemi di magia “hard all’80%”, perché ci sono sempre elementi che rimangono nascosti per una ragione o per l’altra (ma spesso perché parte delle sottotrame s’incentrano sul mistero e sulla scoperta di questi elementi occulti, come in Mistborn).
Il sistema di magia di A Colpi di Cannonau, per quanto io ne conosca quasi tutte le regole, è praticamente sconosciuto al lettore. I protagonisti (e di conseguenza i lettori) conoscono solo una parte del sistema di magia, quindi lo catalogo più nello spettro del soft.
Perché scegliere un hard magic system?
- Il lettore ha una profonda comprensione della magia nel mondo.
- Grazie a questa comprensione, gli è chiaro fin da subito quale sia la posta in gioco.
- Di conseguenza, la risoluzione di un conflitto è molto più soddisfacente, perché ci si sente parte del mistero o dell’azione, conoscendone le regole e “risolvendo l’enigma” insieme o addirttura prima del protagonista.
- I plot twist sono spesso legati al sistema di magia e devono essere logici.
- Questo migliora le capacità dell’autore di risolvere i conflitti in modi interessanti, modi che il lettore sia in grado di comprendere.
Il grande vantaggio del sistema hard sono proprio le sue limitazioni. Secondo la Seconda Legge di Sanderson, le limitazioni sono molto più interessanti dei poteri.
- Cosa succede quando il Mistborn ha assorbito tutti i metalli nel proprio corpo e si trova sospeso a 100 metri da terra?
- Cosa succede quando la Zipa perde il doblone magico con cui i suoi poteri stavano reagendo?
Con un buon sistema di magia hard, la (deludente) sensazione di deus ex machina sarà ridotta o eliminata. Infatti il lettore riconoscerà la soluzione finale come parte delle regole che aveva già appreso in precedenza, e il momento di realizzazione sarà tanto più potente quanto le regole che lo supportano avranno senso.
Perché scegliere un soft magic system?
- È ricco di mistero e sense of wonder.
- L’autore può permettersi flessibilità nel risolvere conflitti tramite la magia.
- Non ci sono limiti a quello che la magia può fare, l’autore può impazzire con effetti speciali.
- Non c’è bisogno di “dare spiegazioni” al lettore, più focus sulla storia e sui personaggi.
- Il sistema magico è sottoposto alla trama, non viceversa.
Il potere narrativo del sistema magico soft è quello di far rimanere il lettore a bocca aperta davanti a eventi soprannaturali dal potere smisurato. Il senso di meraviglia ed epicità è quello che cerchiamo a tutti i costi di evocare quando usiamo questo sistema.
Purtroppo, a volte le risoluzioni magiche sembrano saltar fuori di punto in bianco senza una vera ragione logica, e questo potrebbe creare irritazione o scontento nel lettore. (Pensate a quante polemiche si creano su Harry Potter o Il Signore degli Anelli, da lettori che amano razionalizzare ogni cosa.)
Una via di mezzo
In realtà, la stragrande maggioranza dei sistemi di magia è ibrida.
In A Colpi di Cannonau, una parte del sistema è chiaro e ben compreso dai protagonisti (vicinanza con i dobloni, effetti passivi ed effetti attivi sulla magia delle Zipa) ma una parte è completamente ignota e soft (con che criterio vengono assegnati i poteri alle Zipa? Quali effetti possono causare e perché?), con regole nebulose e capaci di meravigliare il lettore.
Entrambi i tipi di magia forniscono profondità e significato alla storia, ma in modo molto diverso.
Lo stesso può essere detto per Harry Potter: sembra che dietro incantesimi, pozioni e trasfigurazione ci siano regole ferree, ma a volte pur di servire la trama tutte queste regole sembrano perdere senso per lasciar spazio a scene mozzafiato e magie incredibili.
Conclusioni
Che sia soft, hard o ibrido, il sistema di magia che sceglieremo andrà a impattare la nostra storia e come impostiamo la scaletta, la risoluzione dei conflitti e i plot twist. Quali sono le tue necessità come scrittore? A quali elementi vuoi dare priorità?
Come sempre, non c’è una via giusta o sbagliata: l’importante è essere consapevoli della nostra scelta e rimanere coerenti con essa.