Ah, la dolce metà! Che di dolce non ha proprio nulla. La parte centrale è spesso la nemesi di ogni scrittore.
La parte centrale, o “il secondo atto” (se si lavora in Struttura a Tre Atti), per molti scrittori si rivela la parte più difficile della storia. Spesso comprende il 50-60% del contenuto, ed è una delle cause principali del famigerato “blocco dello scrittore” (strettamente correlata a una pessima scalettatura).
Prima che diventassi una pianificastorie ossessiva, tutto iniziava ad andare a rotoli verso il 30-40% della storia. Mi ritrovavo paralizzata. La storia si faceva debole, faticavo a proseguire, perdevo l’entusiasmo, non sapevo bene quali eventi inserire e in che ordine.
E invece, la parte centrale è estremamente importante per la creazione di quella curva di risalita che prepara il protagonista ad affrontare il climax.
Perché la parte centrale è tanto difficile?
- Per l’autore, è il momento in cui ci confrontiamo con la nostra premessa e scopriamo per davvero se è abbastanza forte da portarci fino alla fine. O i personaggi e la trama reggono, oppure tutto crolla.
- Dal punto di vista del lettore, durante il primo atto c’è l’entusiasmo di un libro nuovo, del personaggio sconosciuto e dei suoi problemi. Nel secondo atto, invece, personaggi e conflitti iniziano a essere familiari, e il rischio è che risultino noiosi e ripetitivi, se non troviamo un modo di “speziare” il tutto.
- Un altro rischio è quello di creare un minestrone di personaggi e conflitti, senza realmente risalire verso il climax.
Cosa succede nel secondo atto?
Il ruolo del secondo atto, e di tutta la parte centrale, è scagliare il protagonista (e quindi il lettore) fuori dalla “comfort zone” del suo vecchio mondo. Solo in questo modo possiamo garantirci la totale attenzione del lettore.
Il secondo atto ci mostra il nuovo mondo in tutte le sue difficoltà. Il protagonista non si dirige subito verso l’obiettivo principale (che è troppo complesso per avere una soluzione rapida e semplice), ma deve prendersi il tempo per superare dei mini-obiettivi, un passo alla volta.
Poco a poco, il protagonista apprende le regole del nuovo mondo (particolarmente importante nel caso di sistemi di magia e worldbuilding non familiari!), conosce nemici e alleati, incomincia a scoprire se stesso. Non sarà un percorso facile. Ci saranno difficoltà a ogni angolo, per ogni passo avanti ne farà due indietro, ma poco a poco si avvicinerà all’obiettivo principale.
Difficoltà
Uno dei maggiori problemi della parte centrale è che può avere una struttura abbastanza sciolta da dare allo scrittore tutta la flessibilità necessaria per riempirla. Avere la libertà di muoversi sembrerebbe un vantaggio, ma riempire questi spazi non è un processo naturale per tutti gli scrittori (anzi, forse è meglio rimanere vincolati a strutture vincenti, piuttosto che perdersi in divagazioni improvvisate), e non sempre si ottengono i risultati sperati.
Quindi, se ci troviamo bloccati nella dolce metà, ecco alcuni trucchetti per uscirne:
Macro-tecniche
Obiettivo del Personaggio
A volte, la parte centrale di una storia risulta noiosa o debole perché mancano gli elementi per comporla.
Una causa di questo può nascondersi nell’obiettivo del protagonista: se è lo stesso dall’inizio del libro alla fine, molti degli ostacoli che portano avanti l’intreccio non avrebbero più senso.
Per esempio, se Harry Potter avesse saputo fin dall’inizio che doveva sconfiggere Voldemort, non sarebbe mai andato a Diagon Alley a comprare i libri di scuola, non si sarebbe mai messo a giocare a Quidditch o a fare amicizie. Si sarebbe subito preparato per lo scontro finale.
La cosa più normale è che un obiettivo (il WANT) del protagonista si riveli sbagliato! Al momento del cambio di obiettivo, il protagonista sta cambiando a sua volta! E questo si intreccia benissimo con un arco di trasformazione del personaggio.
Ed è proprio per questo che in una scaletta ben strutturata, il protagonista cambia direzione e mira a quello che sarà l’obiettivo finale. E quando lo fa? Nel midpoint, nel punto centrale.
La Struttura a Tre Quattro Atti
Hai usato la Struttura a Tre Atti per scalettare tutto e hai scoperto che il secondo atto dura più di metà della storia? Prova a dividere la struttura in quattro atti:
- Primo Atto (-> 25%) – Status Quo e Incidente Scatenante
- Secondo Atto (-> 50%) – Nuovo mondo, protagonista reattivo
Qui è dove cominciano a nascere nuovi problemi: il protagonista è costretto ad abbandonare la sua strada iniziale e a muoversi lungo un percorso diverso, che contiene una sfida aggiuntiva.
- Terzo Atto (-> 75%) – Protagonista proattivo e fallimento
Qui il protagonista decide di agire di testa sua e si muove attivamente verso l’obiettivo finale.
- Quarto Atto (-> 100%) – Climax e Risoluzione
Ora le cose si incastrano meglio?
Il Midpoint è il momento della grande decisione: il protagonista non tornerà più indietro sui suoi passi e si metterà completamente in gioco, cosa che lo guiderà verso il grande fallimento.
Pinch Point
Abbiamo visto i punti critici già nelle diverse strutture narrative analizzate finora, e già conosciamo cosa sono i “pinch point”. Letteralmente “punto del pizzicotto”, è il momento in cui vogliamo colpire il nostro protagonista con uno schiaffone che lo lascerà stordito e alzerà la posta in gioco.
Ti sei ricordato di inserire i due pinch point?
Spezza la macro in micro-obiettivi
I micro-obiettivi sono quelle piccole azioni che pian piano portano all’obiettivo finale.
Per esempio: in A Colpi di Cannonau, Fiammetta vuole fuggire dall’isola con una nave. Per ottenere l’obiettivo principale (la fuga dall’isola), deve scomporlo in piccole parti: i micro-obiettivi (comprare la nave, restaurarla, trovare i soldi per farlo, non farsi scoprire da suo marito, formare una ciurma, ecc.)
I micro-obiettivi non solo tengono in vita l’intera metà della nostra storia, bensì mantengono il lettore incollato al libro. Ogni micro-obiettivo scatena delle domande: Riuscirà l’eroe a portarlo a termine? Cosa succederà se fallisce?
Ognuna di queste micro-domande forma nuovi agganci per i lettori, nuove sottotrame, e soprattutto tensione costante.
Try/Fail Cycle o “Sì, ma… No, e…”
Ecco un trucco per centrare i micro-obiettivi:
- Imposta una serie di scene in cui il protagonista cerca di raggiungere dei micro-obiettivi (inerenti al suo obiettivo principale), e deve affrontare una serie di conflitti per ottenerli.
- “Sì, ma…” Quando ce la fa, nuovi problemi ancora più grossi gli bloccano la strada.
- “No, e…” Quando fallisce, ci sono conseguenze positive o negative, che aumentano la tensione e danno al protagonista gli elementi per affrontare nuove difficoltà.
Azione e reazione
Un altro modo di vedere le micro-trame è il concetto di azione e reazione.
- Nella fase di azione, il protagonista cerca di raggiungere un obiettivo, scontrandosi con un conflitto esterno o interno, e spesso si ritrova in una situazione ben peggiore. (Questa fase accade in tempo reale, è concitata e di solito forma una “scena”.)
- Nella fase di reazione si lecca le ferite, ma alla fine si dà una scossa e si rimette al lavoro con un nuovo piano, usando le conoscenze acquisite dall’ultima batosta. (Questa fase di sofferenza può essere rappresentata anche solo con una o due righe, o saltando di netto il momento di sofferenza e passando subito alla nuova azione.)
Sottotrame
Le sottotrame dovrebbero essere tutte collegate alla trama principale. Relazioni, collegamenti, indizi, tutto quanto deve convergere al climax.
Micro-tecniche
Per uscire dal blocco della metà possiamo farci varie micro-domande che dovrebbero smuovere un po’ le acque.
- Ti ricordi qual è l’obiettivo principale del protagonista?
- Come rendere il protagonista ancora più consapevole della posta in gioco?
- Come posso peggiorare la vita al mio protagonista?
Uno dei segreti per proseguire sono le sottotrame. Quali sottotrame possiamo sfruttare quindi?
Sottotrame tematiche
- Usa il tuo tema come guida. Se il tema di sottofondo del tuo romanzo è il rispetto per l’ambiente, puoi inserire micro sotto-trame che mostrino alcuni di questi elementi: una persona che usa troppa magia e scatena un incendio per errore, bruciando un bosco intero, e tutte le conseguenze provocate da un gesto sconsiderato
- Attenzione: questo non significa inserire elementi a caso solo per riempire spazio, ma usare il tema come guida per costruire l’intreccio. Ogni elemento della storia deve essere fine alla storia stessa.
Foreshadowing: inserisci elementi utili per il futuro
- Crea connessioni e legami che potrai sfruttare a sorpresa nel secondo atto.
Per esempio, se l’incidente scatenante è che la figlia della protagonista viene rapita, magari viene rapita dopo che lei e la madre hanno litigato, perché la madre è andata a fare una ramanzina al nuovo fidanzatino della figlia. Il fidanzatino potrebbe essere un personaggio (o un elemento) da aggiungere più avanti mentre la mamma massacra a colpi di mitra i cattivi per salvare la figlia.
- Aggiungere piccoli dettagli o elementi all’inizio della storia ti permette di riprenderli in mano più avanti e sfruttarli per espandere la trama, senza trovarti in un vicolo cieco.
Aggiungi un personaggio urticante
- Un modo per rendere difficile la vita al tuo eroe è farlo imbattere in un personaggio odioso, meglio se non si tratta dell’antagonista, perché già ci aspettiamo tensione tra di loro. Un personaggio irritante può rinfrescare la parte centrale della storia e aiutare l’eroe nella sua crescita (pensate a Draco Malfoy in Harry Potter!)
- Il personaggio urticante però non deve per forza essere malvagio o maleducato. Deve provocare una reazione, proprio come un’ortica. Deve semplicemente comportarsi in modo da complicare la vita del protagonista e rendere il suo obiettivo più difficoltoso. Se il protagonista sta cercando di ottenere il suo obiettivo attraverso la strada più facile, questo personaggio lo obbligherà a percorrerne una più complicata.
- Sconfitta e frustrazione sono sentimenti che portano l’eroe a reagire e di conseguenza fanno parte del suo arco caratteriale.
Gioca con le debolezze del protagonista
- Fai scontrare il protagonista con le sue paure e le sue debolezze. Se è terrorizzato dalle altezze, magari per raggiungere il suo obiettivo deve scalare una parete di roccia.
Complica la situazione a livello etico
- Fai leva sull’etica del protagonista. Ogni personaggio ha delle credenze e un’etica personale. Presentagli un dilemma (direttamente o indirettamente o tramite il personaggio urticante) che esige una scelta. Una scelta che può sovvertire tutti i suoi valori.
Se siete bloccati nella parte centrale, prendete una manciata di questi consigli e mettetevi a scrivere.
Ma il suggerimento più importante in assoluto, è questo:
Scrivi senza mai fermarti. Arriva alla fine del romanzo senza guardarti indietro.
Tutto prenderà un senso. Una volta che avrai la visione complessiva della storia, tagliare via una scena inutile o ritoccarne un’altra per aggiustare il midpoint diventerà una passeggiata.
Ma, almeno, quella maledetta metà sarà nero su bianco, una volta per tutte.