
Per molti scrittori, anche quelli di maggior successo, la prima bozza deve fare schifo.
D’accordo, forse questo non è il modo più ottimista per vedere le cose.
Ricominciamo: non preoccuparti della qualità della scrittura fino a quando non starai editando una prima bozza completa.
Cosa succede durante la prima stesura?
Vomitare parole sul foglio bianco è uno dei momenti più esaltanti (e allo stesso tempo pericolosi) del processo creativo.
Perché è pericoloso? Deve essere fatto con costanza e senza mai perdere colpi; è come correre su un pantano: se ti fermi, le sabbie mobili ti risucchieranno.
Tante cose possono andare storte se ci lasciamo intrappolare dalla fantomatica “ispirazione” o dai famosi “personaggi che fanno tutto di testa loro”. Per quanto sia un’emozione impagabile, il risultato è spesso una trama sconnessa e sfilacciata.
Con l’esperienza, lo scrittore professionista è sempre più sicuro che durante le future riscritture o durante l’editing riuscirà ad aggiustare tutto. È anche vero che lo scrittore professionista ha alle sue spalle un team di editing e vari alpha e beta reader che non vedono l’ora di aiutarlo.
Uno scrittore non ancora affermato, anche se si approccia alla scrittura come farebbe un professionista, non ha le stesse risorse o lo stesso appoggio. La paura di fallire, buttare settimane o mesi di lavoro e ritrovarsi con una prima bozza incompleta è del tutto giustificata.
Perché è una possibilità reale, purtroppo.
Alcuni consigli per scrivere l’odiata prima bozza:
Scrivere.
Scrivere ogni singolo giorno senza mai fermarsi, senza guardarsi indietro.
Il modo migliore per farlo è darsi un obiettivo di parole giornaliero o settimanale (il mio è 10.000 alla settimana) e cercare di portarlo a termine sempre.
La scrittura è un muscolo e come ogni muscolo va allenato.
Tutti i giorni.
Attenzione al perfezionismo.
Uno degli errori più comuni che rallentano la scrittura della prima bozza è cercare la perfezione, sia nella prosa che nel contenuto.
Se incominci a tornare indietro, a sistemare quel capitolo scritto un po’ male, a cambiare quel modo di dire, a rivedere la coerenza del personaggio… la tua testa ti ha già fregato.
Stai attivando quella parte del cervello che appartiene al tuo editor interiore. Ti trascinerà in una spirale autodistruttiva prima che te ne renda conto: il tuo editor interiore inizierà a censurare tutto il tuo lavoro e non gliene importerà un bel niente del conteggio parole a fine giornata.
E allora buona fortuna a raggiungere i tuoi obiettivi!
A meno che tu non sia un Pianificastorie estremo (e quindi avrai dedicato già mesi alla preparazione della tua scaletta), ha poco senso arrovellarsi su capitoli mal riusciti o avverbi in eccesso. Questo non fa altro che rallentare la tua produttività, con un prezzo che il tuo umore e forse la tua autostima non sono pronti a pagare.
Molti scrittori professionisti hanno deadline da rispettare e devono buttar giù la prima bozza nel minor tempo possibile, perché l’editing invece richiede mesi. Proprio per questo l’editing ha una posizione importantissima nel processo creativo, ma non quando stai mirando a un numero: il conteggio parole.
Passa oltre ai refusi e alle frasi contorte. Ci vogliono molte revisioni per trasformare la prima bozza in qualcosa di leggibile.
Non lasciarti demoralizzare.
È normale avere alti e bassi durante il processo della prima stesura. Chiariamoci, a volte è davvero una tortura trovare la determinazione per sedersi su quella dannata sedia.
Quante volte ho rischiato di buttare via intere prime bozze perché in quel momento mi facevano schifo!
La prima stesura è un roller coaster di emozioni e ci sono quei giorni in cui “tutto è vomitevole e sono patetica se spero di diventare una scrittrice con ‘sta schifezza” e i giorni in cui “che meraviglia, presto siederò a un firmacopie con Brandon Sanderson”.
Tira dritto e non ti dare ascolto. In nessuno dei casi.
Documentazione
Addirittura, ci sono scrittori professionisti che preferiscono evitare qualunque tipo di distrazione, anche se si tratta della documentazione. L’ideale è prepararsi in anticipo, durante la fase di progettazione, e poi buttare giù la prima bozza senza soffermarsi mai, oppure inserire dei placeholder e andare ad approfondire in seguito.
Nonostante questo consiglio, sono la prima peccatrice, perché documentarmi spesso mi aiuta a unire i pezzi del puzzle di una sottotrama che non riuscivo a far funzionare.
Quindi, come sempre, a ognuno il suo metodo.
Non devi per forza scrivere cronologicamente o in modo lineare.
Molti, me inclusa, si esaltano tantissimo durante la prima parte del libro, fino all’incidente scatenante o, se va proprio bene, al midpoint. Poi arriva il momento di risacca.
La metà è una delle sezioni più difficili e ne parlo in un articolo dedicato. Dopo tanti anni e tanti romanzi, ho imparato a stringere i denti e continuare a scrivere (solo perché scrivere in modo cronologico mi porta a migliori risultati), ma se queste difficoltà iniziano a rallentare i miei obiettivi, tanto vale lasciare indietro le parti bloccanti e proseguire. L’obiettivo è andare avanti e non fermarsi.
Ovviamente, più la struttura è definita in partenza, più sarà facile.
Se ti vengono idee o elementi da aggiungere in scene che hai già scritto, segnatele negli appunti e prosegui. Puoi riordinare tutto alla fine.
Non perdere tempo con la prima pagina.
La prima pagina va scritta per ultima. Dovrà essere la pagina che attira gli occhi dell’agente o dell’editore (e quindi del lettore) e dovrà essere perfetta. Come abbiamo già detto, lasciamo la perfezione alla fine.
Quando posso dire di aver concluso la prima bozza?
Per me, è quando la struttura del libro è perfettamente definita nella mia testa. Quando i buchi con scritto “metti un dialogo tra X e Y qui” e “metti una scena di transizione qui” sono stati riempiti.
La prima bozza è lo scrittore che sta raccontando la storia a se stesso.
Potrà anche essere un disastro di frasi sconnesse e transizioni tossicchianti, ma avrà l’aspetto di qualcosa che ha un inizio e una fine.
Quella sarà la massa di argilla che andremo a modellare per farne uno splendido vaso.
Come sempre, questi sono solo suggerimenti. Non ci sono regole fisse e ognuno nel tempo sviluppa il metodo che preferisce.
Vi sono serviti questi consigli? Ecco altri 15 consigli per non farsi sconfiggere dalla prima bozza.