Sei anche tu uno di quei lettori che, in libreria, sceglie il libro dalle prime righe?
Se sì, puoi immaginare l’importanza di un incipit capace di lasciarti senza fiato. Un primo capitolo che ti trascina all’interno della storia senza che tu ne possa più sfuggire.
E secondo te, quale criterio usano le case editrici per capire se vale la pena continuare a leggere la tua storia?
Esatto, hai capito.
In questo articolo parlerò di alcuni trucchi per rendere il tuo incipit indimenticabile.
Prologo? Solo se assolutamente indispensabile
Molti agenti preferiscono passare una notte di fuoco con Jabba the Hutt che spararsi un prologo in vena.
I prologhi tendono a infangare l’incipit perfetto. Spesso finiscono per essere infodump pallosi di worldbuilding senza alcun tipo di conflitto se non il male cosmico che minaccia il mondo.
Questo non significa che tu debba per forza scartare il prologo. Se non puoi proprio farne a meno, assicurati che trasmetta tutto il potere del tuo libro.
[N.B. Questo discorso si applica tendenzialmente ad autori non affermati che devono impressionare una casa editrice o che non hanno ancora un pubblico “che si fida”.]
La prima frase. Hook!
La prima frase deve agganciare.
Cerca di non iniziare con cliché, con il tempo o con descrizioni pallose. Soprattutto non iniziare con il protagonista che si sveglia!
Pensa invece a una frase che crei intrigo e curiosità nel lettore.
La voce!
Se hai letto i miei libri, sai che la prima cosa su cui punto è la voce.
Ognuno ha la sua, ma la regola è sempre la stessa:
Fatti riconoscere.
Fatti sentire.
E questo non significa usare prosa forbita e ricca di aggettivi poetici – au contraire, così fai morire ogni voglia di vivere al lettore. Sii chiaro. Diretto. Specifico.
Non ti dilungare, vai dritto al sodo.
Usa il metodo KISS → Keep It Simple, Stupid.
Da’ il tuo massimo nelle prime righe, spara tutte le cartucce.
Con voce, mi riferisco anche (o solo?) alla voce del personaggio. Do per scontato che all’alba del 2021 tu stia usando un narratore interno immersivo (che sia in prima o terza persona), quindi fammi sentire la sua voce.
Fai parlare il tuo personaggio. Fammelo conoscere attraverso i suoi dialoghi, fammelo conoscere con una dose in vena di puro sottotesto. I dialoghi sono stupendi. Sono come la pizza.
(Soprattutto se i tuoi personaggi sono arguti e hanno la lingua affilatissima ma, ehi, questa è una scelta personale!)
Inserisci il tono
Pensa a qual è il tono portante della storia e cerca di trasmetterlo al lettore fin dalle prime righe.
E poi cerca di mantenere questo tono fino alla fine. Un inizio che ha poco a che vedere con il resto del libro è un pessimo modo per presentarti ai tuoi lettori. Tipo un pervertito con l’impermeabile.
Scatena la sua curiosità
Non è facile agganciare il lettore, e devi stare molto attento a come ti muovi.
Devi inserire il giusto quantitativo di mistero, ma in modo non confuso e caotico. Devi illuminare poco a poco il percorso, rivelando pezzetti qua e là e mostrando che tu, autore, sei in controllo. Sai cosa stai facendo.
Stai dicendo al lettore: “Tranquillo, presto scoprirai il significato di questo termine. Presto capirai cosa sta succedendo. Sei curioso? Vedrai che le tue domande otterranno risposta. E sarà incredibile.”
Quindi miscela con attenzione il giusto mistero, la giusta confusione, e i giusti momenti di illuminazione.
Inizia in medias res
Fai incominciare la storia il più tardi possibile. Con “più tardi” si intende al limite della tensione, dritto al sodo. Il primo capitolo è certo l’inizio del tuo romanzo, ma non deve essere l’inizio della storia del protagonista. Buttalo già in mezzo al casino! Giusto all’orlo della comprensione, senza dare il tempo al lettore di pensare troppo, o di capire, senza fargli mettere in dubbio se valga la pena leggere o no.
Sei già sulle montagne russe, bello mio! Troppo tardi per ripensarci, adesso non ti stacchi finché il giro è finito!
(A meno che si rompa il carrello. Autore, questa è la tua responsabilità nei prossimi capitoli!)
Le tre parole magiche: Tensione. Conflitto. Pizza.
E NO! Medias res non vuol dire per forza “azione”!
Iniziare in medias res significa iniziare nel mezzo del conflitto. Ma tensione non è sinonimo di azione.
Per questo non sempre iniziare con una scena d’azione intensa (combattimento, sparatoria, fuga da mostri affamati, sesso selvaggio) è l’idea migliore. Se il lettore non prova affiatamento per il protagonista, sarà difficile che gli importi la conclusione dell’azione. Starà ancora aspettando la ragione per cui dovrebbe tenerci!
Per goderci una scena d’azione con il fiato sospeso, dobbiamo anche avere qualcosa da perdere, non basta seguire le rocambolesche avventure di un perfetto sconosciuto. Senza profondità del personaggio, senza contesto, la scena d’azione risulta vuota e non lascia nulla.
Piuttosto crea un mini arco
Il primo capitolo è un ottimo punto per mettere in pratica la questione dei mini-archi per superare i problemi del midpoint (ne parlo in un altro articolo che pubblicherò a breve).
Crea un mini arco, un crescendo e una risoluzione con il suo proprio conflitto (che in seguito potrebbe diventare il vero conflitto della storia, ma all’inizio è trattato a livelli più “piccoli”).
Questo non significa che il primo capitolo debba essere autoconclusivo, ma non è sempre necessario pensarlo solo come un’escalation verso l’inciting incident.
Il tuo protagonista
Il tuo protagonista ha un unico compito: far sì che me ne freghi qualcosa della sua storia.
Se alla fine del primo capitolo non me ne frega nulla del tuo protagonista, se non siamo in qualche modo connessi… ciao, next!
Non mi deve per forza piacere, bada bene. Non mi deve stare simpatico, o sembrarmi morale, o ricordarmi me stessa.
Non devo sapere tutto su di lui.
Ma me ne deve fregare qualcosa. Fammi provare emozioni per lui, fammi provare paura, schifo, curiosità. Mostrami che è una persona interessante e che la sua storia ha rilevanza, che il suo obiettivo potrebbe – in un mondo ipotetico – essere anche il mio.
Dammi un obiettivo, dammi un personaggio pronto a seguirlo, e mi hai fatta tua. (Metaforicamente, eh.)
Non ce ne frega del passato del tuo personaggio
No, giuro.
Non ce ne frega nulla, non nel primo capitolo.
Non mi raccontare i suoi traumi infantili, non mostrarmi flashback, non raccontarmi nulla del suo passato a meno che mi serva nell’immediato di quella scena.
Del tuo personaggio vogliamo solo sapere l’obiettivo, e dobbiamo rimanerne coinvolti.
Ci sarà l’intero romanzo per esplorare la sua backstory.
Oddio non ci interessa nemmeno del suo aspetto!
Cosa c’è peggio di un incipit con un infodump del paesaggio e del tempo? Un infodump con la descrizione del tuo personaggio. Brrr.
Per coinvolgere i tuoi lettori, fai in modo che il tuo personaggio stia facendo qualcosa di figo che rifletta la sua personalità.
Perdincibacco, non farli guardare nello specchio. No, grazie, nemmeno se sono nudi.
I suoi addominali scolpiti me li puoi mostrare tra una dozzina di capitoli, se proprio ci tieni. (E io ci tengo, grazie!)
Ma ci interessa del suo conflitto!
Qual è la posta in gioco? Cosa rischia il protagonista? Cosa può ottenere? La sua vita cambierà? Riuscirà a portarsi a letto quel manz… ah ok, va beh.
Quesiti interessanti.
Il conflitto deve essere importante, non solo per il protagonista, ma anche per il lettore. Deve avere una certa risonanza.
Il conflitto è ciò che nutre il lettore. Il primo capitolo deve essere un roller coaster senza cinture di sicurezza che porta sempre più in alto, verso il rischio.
Tutto dipende da come stabilisci la posta in gioco e l’obiettivo del personaggio. L’obiettivo può essere qualcosa di grande e importante, o qualcosa di personale.
Salvare l’universo, sconfiggere un tiranno, entrare a lavorare nel cervello di un granchio gigante o rubare una caravella per giocare a fare la piratessa.
Il vero elemento chiave è l’importanza che questa azione ha per il protagonista.
E ovviamente non deve essere facile da ottenere. Per creare la giusta tensione, l’inseguimento di questo obiettivo deve mettere a rischio qualcosa, che sia una relazione, una necessità mentale, o la sua stessa vita.
Raise the stakes! (Alza la posta in gioco, mannaggia a te!)
Dove, come quando?
Un’altra cosa da stabilire nel primo capitolo è il dove e il quando.
L’ultima cosa che vogliamo è che il lettore si senta un Marty McFly sfondato di erba fino alla punta dei capelli e ribaltato su un sedile della DeLorean.
Però attenzione: mettimi dell’infodump in tell, e lancerò il libro fuori dalla finestra con tanta forza da creare un boom sonico. Quindi introduci i tuoi dettagli centellinandoli e con cautela, senza mai trattare il lettore come un idiota.
Accenna al Tema
A volte il tema è sparato in faccia al lettore, a volte è molto più sottile e presente nel sottotesto del libro (indovina quale è la mia preferenza? lettore intelligente, ce lo ricordiamo?). In ogni caso, il tema della storia è un elemento critico.
E dovrà essere accennato, in un modo o nell’altro, in maniera più sottile o più eclatante, anche nel primo capitolo.
Il Primo Capitolo deve dare un’idea dell’intera storia
Nel primo capitolo devi catapultare il lettore nella storia che racconterai: in una sola occhiata, deve orientarsi con ambientazione, tono, tempo, tipo di azione, protagonista, motivazioni, accenno di conflitto, tema.
Lo so, è così difficile da essere quasi impossibile. Ma è la cosa più importante che tu possa fare.
Il primo capitolo deve contenere tutto.
Questa è la tua promessa al lettore.
Non inserire troppi personaggi, troppi nomi nuovi o troppi concetti complicati
R’slafkk scivolò sul pavimento di Karbhjolite, producendo uno sbuffo di Hubris capace di stordire un Mastodonte Urbolettico delle Praterie di K’hel’zha’fur. Kirahhh lo ammirò con ardore, sospirando, le dita premute contro l’armatura ultrasonica iperpower, le labbra frementi. “Questo manoscritto è cestinato, stronzo.”
Concludi con un aggancio
Fammi incuriosire. La curiosità nutre il lettore.
Curiosità=Pizza.
Se riesci a farmi chiedere “voglio sapere cosa succede!” hai vinto.
Riscrivilo. Riscrivilo decine di volte
Puoi naturalmente iniziare a scrivere la prima bozza dal Capitolo 1, ma solo quando avrai la visione completa di tutta la storia, allora potrai tornare a macellare l’incipit. Dovrai magari aggiustare il tono, o come trasmetti il tema, o se hai dato le giuste informazioni riguardanti il worldbuilding e il background.
Dedicaci tutto il tempo necessario.
Una volta pronto, passalo agli alpha reader.
Poi riscrivilo.
Poi passalo ai beta reader.
E riscrivilo.
E indovina un po’?
Scommetto che anche l’editor te lo farà riscrivere, alla fine.